la miseria o i soldini

Mi è bastato uno sguardo per essere inondata dai ricordi di un passato ormai lontano. 
Ce l’aveva mia nonna Bice, così tanti anni fa. La ricordo in due grandi vasi con i suoi rametti ricadenti e i fiorellini rosa.
La chiamavano “la miseria”, non so perchè… È il sedum sieboldii, una pianta succulenta (crassulacea). Comunemente detta Erba Teresina.
Oggi ne ho piantati tre vasi, ma lo spettacolo più bello lo regala tra ottobre e novembre,
quando sugli apici dei rametti si aprono ciuffetti di fiorellini rosa, minuscoli, quando poche piante ancora fioriscono. Per Te Mia Cara Nonna.
P00609-162208 (4) P00609-162208 (3)

si sta facendo tardi…

Essere pazienti ti permette di non incorrere in quegli errori che la maggior parte delle persone fanno. La pazienza insegna a vincere.

Pazienza non significa sopportare passivamente, ma essere tanto lungimiranti da confidare nell’esito conclusivo di un processo.

Cosa significa pazientare? Significa guardare la spina e vedere la rosa, guardare la notte e vedere l’alba. Impazienza significa essere tanto miopi da non riuscire a vedere il risultato.

Essere pazienti? La virtù di donne e uomini forti.

Ben più difficile è il silenzio.
Esso presuppone pazienza, costanza, testardaggine; e soprattutto si confronta con il
giorno-dopo-giorno della nostra vita, i giorni che ci restano,
uno dopo l’altro, lunghi davvero nelle piccole ore…quando si aspetta.
Contro le infamie della vita le armi migliori sono il coraggio, l’ostinazione e la pazienza.
Il coraggio fortifica, l’ostinazione diverte e la pazienza dà pace. Forse. Ma fino a quando?

Guardati dalla furia della donna paziente!

ragazza con pistola-olio.jpg


Cogli L’Attimo

io,aspettoTalvolta è necessario scuotere la macchinetta per far uscire la pallina…comunque sia.

Per me la morale della favola è questa: non nasciamo peccatori incalliti ne perfetti imitatori di Dio, sono le situazioni della vita a stabilire se saremo santi o assassini, sani o malsani, eroi o vittime; se saremo buone madri o figli devoti. Oppure possiamo decidere da soli, come disse una volta un grande artista della fuga: non è importante da che parte ti butti l’importante è buttarsi. Vorrei poter dire che mi sono lasciata il circuito dietro le spalle, ma non sarebbe vero al cento per cento. Continuo ad interrogarmi sul PERCHE’.

E c’è un solo modo per saperlo.